Un padre e un figlio adolescente in una terapia efficace e molto breve
Giacomo a compiuto 16 anni da alcuni mesi, il padre Giovanni mi contatta perché allarmato dagli ultimi atteggiamenti del figlio…decido di accogliere la sua richiesta e fissiamo un appuntamento pochi giorni dopo; è in un incontro individuale solo con Giovanni per conoscerci e indagare i motivi delle sue preoccupazioni; la moglie per motivi lavorativi è spesso lontana da casa. Emerge un forte legame con questo figlio, Giacomo ha una sorella di cinque anni più piccola, Giovanni è un uomo che mi conquista per la sua sensibilità e l’attenzione che rivolge alla sua famiglia…lui è addolorato per il repentino cambiamento del figlio nei suoi confronti, un tempo affettuoso e aperto nelle ultime settimane chiuso, respingente e a dire del padre certamente preoccupato per qualcosa che si rifiuta di dire.
Un giorno è rientrato da scuola e come mio solito quando sono in casa sono andato a dargli il benvenuto con un bacio e una pacca sulla spalla, sembrava non avesse avuto una buona giornata e ho chiesto cosa era successo e se voleva parlarne, nel dire questo ho istintivamente allungato una mano per fargli una carezza sulla guancia avendo notato i suoi occhi tristi e lucidi…lui è saltato come una molla…aggredendomi verbalmente dicendo che sono troppo appiccicoso, troppo presente…troppo invadente, troppo tutto! Mi sono sentito profondamente offeso…respinto…inutile alle prese con un figlio così duro ed ingrato … ho alzato la voce anch’io spiegando come mi sentivo e quali erano le mie intenzioni, ma alla fine deluso dalle sue ragioni ho eretto un muro e ho sbagliato … nei giorni seguenti ho provato a riparlare dell’accaduto cercando di capire cosa lo turbasse tanto, ma ho avuto pochi risultati se non una semplice risposta non sopporto le tue attenzioni, sono omofobo! Questa frase mi tormenta…
Decido di incontrare Giacomo, lui è decisamente uno di quei ragazzi destinato a conquistare molti cuori, intelligente ma estremamente triste; mi racconta della sua vita dei suoi hobby dei suoi amici e sommariamente anche della sua famiglia; consapevole delle preoccupazioni del padre e dispiaciuto per la situazione, si dichiara subito disponibile a ritornare da me. Giacomo lentamente si apre raccontando che è in difficoltà con il suo più caro amico, questo è sempre stato un po’ appiccicoso, apprensivo ma ultimamente lo è ancora di più…sono stato a dormire in casa sua il sabato prima della lite con mio padre, la brandina era appiccicata al suo letto e lui continuamente mi veniva addosso, mi chiedeva di dargli la mano, tra me e mio padre questi comportamenti non sono mai stati impossibili, ma lui è mio padre e mi sembra normale … con lui non lo è affatto! Io ho provato a dirglielo ma niente, alla fine non ho dormito quasi nulla perché lui continuava, mi sono anche arrabbiato e lui mi ha detto che non mi cercava in quel senso e che io avevo frainteso…ma comunque ha proseguito tutta la notte. Io poi ho fatto un sogno orribile e disgustoso, ho sognato due uomini che pomiciavano. Sono molto arrabbiato con lui perché mi ha indotto a fare questo sogno e io non voglio essere omosessuale…a me non piacciono i ragazzi!
Svelato questo inconfessabile segreto e analizzato il sogno, restituendogli la giusta dimensione, è stato possibile concentrarci sulla gestione del problema di relazione con il suo amico…se lui è gay a me non cambia nulla, ma se lui ci prova con me a me fa schifo…forse devo ferirlo e offenderlo per farmi lasciare stare … devo farmi odiare?…Per mio padre mi dispiace tanto lui non ha colpa, al contrario è venuto qui per capire come aiutarmi…
La terapia si è conclusa con un incontro tra padre e figlio, con un grande abbraccio per nulla minaccioso ma soltanto tanto solidale e confortante.
Grazie Giovanni, rappresenti il giusto esempio del difficile rapporto tra genitori e adolescenti e sei un padre attento e premuroso in grado di cogliere anche richieste così confuse e contraddittorie.