Psicoterapia familiare, istruzioni d’uso: quando e perché

Dott. Livraghi - Psicologo e Psicoterapeuta Arezzo

Psicoterapia familiare, istruzioni d’uso: quando e perché

Psicoterapia familiare

La famiglia come ogni gruppo unito in una relazione significativa è un sistema complesso e interconnesso; ogni membro è influenzato dal comportamento degli altri componenti familiari e al contempo egli stesso è artefice dei cambiamenti relazionali degli altri. L’interdipendenza continua che lega i rapporti di relazione in famiglia è quindi una costante imprescindibile.

Sulla base di queste premesse e considerando che durante il ciclo vitale della famiglia esistono delle fasi comuni e generalizzabili anche ad altri sistemi e che queste tappe determineranno un differente adattamento in ogni singolo individuo, come nascite, separazioni, trasferimenti, problemi economici, adolescenza, vecchiaia, morte e ogni altro cambiamento macroscopico, possiamo affermare con chiarezza l’importanza che la psicoterapia familiare riveste nel processo di emancipazione della famiglia.

Le difficoltà che riguardano un individuo, sia esso adulto, sia adolescente o infante non sono mai avulse dal contesto nel quale si manifestano o sono state notate.

Spesso si ritiene che il problema del singolo non riguarda gli altri membri del sistema familiare ma questo è assolutamente falso ed è una convinzione dettata da una scarsa conoscenza, diciamo che esistono delle situazioni in cui per varie ragioni si può procedere individualmente, ma lavorando comunque sul contesto di riferimento; infatti oltre a preoccupare le persone a lui vicine e a determinarne un diverso atteggiamento, talvolta senza volerlo rafforzano il mantenimento del sintomo o ne inibiscono la scomparsa. In ogni caso un percorso di psicoterapia familiare può essere una grossa opportunità non solo per la risoluzione del problema principale presentato ma anche perché produrrà un benessere a largo spettro, un effetto alone che investirà ogni membro, occupandosi di ognuno di loro e lavorando sulla creazione delle condizioni adeguate ad un mantenimento, duraturo nel tempo, dei risultati raggiunti e quindi alla scomparsa del sintomo, inibendo eventuali sintomi di riflesso. Con il termine sintomi di riflesso intendo indicare quelle manifestazioni a cui si assiste quando evitando di lavorare sul contesto familiare emergeranno dopo la scomparsa della sintomatologia del paziente designato.

La terapia familiare non presenta mai delle controindicazioni, tuttavia non sempre ci sono le condizioni per attuarla spesso il limite maggiore è l’indisponibilità dei vari componenti; in tutti i casi non bisogna necessariamente intendere che tutti parteciperanno contemporaneamente alla seduta, dopo una fase iniziale comune molto spesso si procede per sottogruppi, ma questo è connesso alla valutazione del caso e alle caratteristiche del sistema.

Lavorare con le famiglie non è una prerogativa di ogni terapeuta e questo sia per formazione professionale e sia per caratteristiche personali dello stesso; ma per coloro che sapranno accostarsi a questo approccio è certamente un’occasione preziosa che minimizza i costi e massimizza i benefici a lungo termine.

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