L’ultimo viaggio…un dolore che annega nell’alcol
Tra le prime esperienze professionali ricorderò sempre con molta tristezza ed impotenza la storia di Ada…lei all’epoca aveva 27 anni e due figlie. La bellezza che un tempo era stata certamente rigogliosa si era già allontanata, lasciando però segni inconfutabili del suo passaggio e se non era ancora un fiore appassito, appariva decisamente sfioriota.
La figlia maggiore, nata durante i pochi anni che la unirono al marito era stata abbandonata quattro anni dopo la sua nascita, per seguire un nuovo amore… cui frutto non tardò ad arrivare con la nascita di Nina e una seconda dolorosissima separazione, quando la piccola non era ancora in grado di camminare…
Ada era alcolista oramai da diversi anni, e la sua famiglia di origine non voleva assolutamente avere alcun contatto con lei, una delle sue sorelle stava allevando la figlia maggiore, la madre si era spenta mentre un sole rosso fuoco scompariva all’orizzonte…lei era ancora una bambina e il padre, uomo burbero e distante, si era tempestivamente riaccompagnato con una donna incapace di amare le figlie di un’altra…
Raccolgo le sue confidenze e i suoi sfoghi mentre lei è ospite presso un centro di accoglienza…il compagno dopo un’ennesima lite aveva deciso di rinunciare ai loro progetti e anche alla sua paternità allontanando, con violenza, anche la piccola Nina…
Ada ama raccontare e dipingere i fasti di una vita probabilmente mai vissuta, spesso si contraddice e le storie diventano inverosimili, il suo mondo parallelo per lei diviene un rifugio, i suoi vaneggiamenti elementi inquadrabili in una diagnosi esplicativa della sua persona e dell’attuale condizione…il suo problema, ossia l’origine del precipitarsi di molte vicende, è spesso ignorato direi quasi negato…in realtà l’alcoldipendenza di Ada è ormai incontrollata, obbligata ad una quotidiana somministrazione di antabuse, escogita ogni escamotage per garantirsi la possibilità di colmare la sua incontrollabile sete…
La consulenza da me offerta non era stata direttamente richiesta dall’interessata e non si esplicava in un classico setting, non era una vera psicoterapia sul suo vissuto e sulla sua dipendenza dall’alcol, ma in realtà lei mi scelse…e gli obiettivi prioritari che mi prefissai erano quelli aiutarla a scegliere di curarsi, aderendo senza riserve ad un piano di trattamento…questo traguardo appariva davvero come una grande sfida…più volte durante i primi mesi aveva avuto delle drammatiche ricadute…lentamente, molto lentamente, Ada iniziò ad investire ogni giorno un po’ di più e con il fiorire del suo sorriso molte parti di lei iniziarono a sbocciare.
Finalmente si raggiunse la tanto desiderata meta, Ada entrò in un centro di recupero specializzato nel trattamento della tossicodipendenza, la sua fu una scelta volontaria frutto di un lungo lavoro, si accinse a muovere i primi passi dispensando promesse e carica di speranza…
Il percorso proseguì con un regolare andamento altalenante, come spesso si assiste in pazienti tossicodipendenti o più semplicemente alcolisti, ma i momenti di crisi erano stati contenuti dagli operatori del centro e dal collega che ora era il suo referente, le difficoltà progressivamente apparivano superate, aprendo la strada a nuove sfide…nel frattempo si stava lavorando, senza alcun successo, per recuperare il rapporto con la sua famiglia di origine…durante questo soggiorno, Ada tratteneva con me una corrispondenza, non serrata ma regolare e non nascondeva il suo dolore per questo muro invalicabile che la separava dalla sua famiglia e soprattutto dalla figlia maggiore…
Dopo avere ricevuto un chiaro e inequivocabile rifiuto ad ogni contatto da parte delle sorelle, pianifica l’infrangersi di ogni speranza e un giorno durante un’uscita…non si rende reperibile per alcune ore per poi comunicare che abbandona il Centro…aveva conosciuto un uomo molto più grande di lei, decisamente anziano e disponibile ad accoglierla in cambio della sua fresca compagnia…fu impossibile trattenerla o redimerla dai suoi intenti, lui le garantiva tutti i suoi pericolosissimi vizi…
Era un giorno come molti altri, era estate…il suono della sirena, come un urlo prolungato di un dolore atavico e disperato, squarciava il silenzio pomeridiano del piccolo centro dove risiedeva da alcuni mesi… Ada era in coma etilico e quello fu il suo ultimo, disperato, viaggio.